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Fare per imparare, sbagliare per crescere | Andrea Signoretto | TEDxTrento


ho sempre avuto un rapporto molto fisico

con le cose con tutti gli oggetti che mi

circondano fin da bambino ricordo la

magia delle forme dei colori le

sensazioni che mi regalavano al tatto

d’altronde crescendo con un padre

artista e rapporto con la materia è

rapidamente sviluppare una passione per

gli oggetti quasi un’ossessione non per

qualunque oggetto ma solo per quelli

belli non c’era una ragione ben precisa

è una cosa di pancia che veniva da

dentro il mio rapporto con gli oggetti

era estremamente intimo in pochi secondi

li smontavo per vedere come fossero

fatti all’interno ma non sempre riusciva

di ricomporli una volta smontati

sezionati analizzati li mettevo la parte

per me erano archiviati ormai sapevo

tutto non avranno segreti col tempo

questo mi permise di creare una certa di

banca dati una conoscenza personale

degli oggetti è abbastanza estesa e

anche di sviluppare alcune capacità

manuali relative all’uso di atene di

utensili e materiali vari

un’altra cosa che mi ha sempre

affascinato è vedere le persone

lavorare lavorare con le proprie mani

gli artigiani in particolare l’artigiano

perfeziona il suo gesto

grazie alla ripetizione dell’azione

la scelta del giusto utensile la mano

ferma lo stile d’altronde sono capacità

che si allenano un po come la matematica

o il disegno o le lingue ma proprio

perché si tratta di un allenamento è

fondamentale cominciare quanto prima ad

allenare le proprie mani

a sentire la fiducia nelle proprie mani

è una cosa che da bambini facciamo

abbastanza quotidianamente e in maniera

naturale ma crescendo spesso può

passare in secondo piano

e questo può rappresentare delle

difficoltà il poca fiducia in se stessi

nella trasformare le proprie idee in

le idee soprattutto appena nate sono

fragili effimere hanno bisogno di molta

cura in mano ferma per essere

trasformati in realtà è proprio lì

che è necessario sviluppare la propria

conoscenza di se stessi e la propria

fiducia per procedere a trasformare le

idee in oggetti fisici

spesso la prima materializzazione di un

oggetto la prima realizzazione fisica è

un prototipo e non sempre prototipi si

presentano in questo ordine in ordine

logico in maniera pulita ordinata

si tratta semplicemente di provare

alcune assunzioni verificarle per poi

procedere alla successiva

la maggior parte delle volte si

presentano più come un’accozzaglia di

cose scotch filo di ferro e tanta

pazienza ma proprio in momenti come

questi che si può più sentire liberi

di pensare con le proprie mani

questo che vedete piccolo giallo in

basso a destra è stato il primo

modellino il mio progetto di carrello

valigia per bicicletta risale a sette

anni fa quello che vedete alle spalle è

stato il primo prototipo due anni più

giovane

dico prototipo perché la caratteristica

del prototipo e di essere almeno

parzialmente funzionante dico almeno

parzialmente perché effettivamente

quello sviluppa abbastanza rapidamente

però diciamo che per qualche metro

funziona ricordo quando scatta in questa

foto piuttosto soddisfatto ero nel mezzo

della svezia con i miei amici miei

compagni di viaggio e finalmente un

prototipo funzionante

erano passati da qualche metro a più di

mille chilometri in realtà ricordo

anche bene come al rientro dopo qualche

settimana

mi resi conto di quanto fossi lontano

dal mio obiettivo lontano dall’oggetto

che volevo realizzare e fu lì che in

seguito all’ennesima discussione perche

i miei compagni di viaggio e di progetto

e per sé anche un po fiducia nella mia

idea fu un piccolo fallimento in realtà

ma è proprio in momenti come quello che

è ancora più necessario continuare a

metterci le mani davvero per sentirsi

sempre più liberi di sbagliare

rapidamente imparare dai propri errori e

crescere da questi prima o poi col tempo

e con la passione risultati si ottengono

sempre spesso sono diversi da come ci

eravamo aspettati all’inizio da come ci

eravamo immaginati

ma questa fa parte della magia del

processo creativo

la vera difficoltà certe volte ai

capire quando un progetto è arrivato al

traguardo quando un progetto è finito

dopo un po di anni di esperienza come

designer sinceramente la mia esperienza

che i progetti non si finiscono mai ma

si abbandonano un certo punto è

necessario fare ciò per lasciarli

liberi di andare nel mondo altrimenti il

rischio è di mantenerli solo per sé

continua reiterare nel tentare di

perfezionare un oggetto e alla fine non

la mia sfida è proprio crescere

passando all’oggetto successivo passando

al progetto successivo ivan scinardo

fondatori di patagonia è l’imprenditore

è che mi ha più stimolato nel fondare

la mia start up e intraprendere questo

lavoro da imprenditore il suo approccio

radicale ma sostenibile al prodotto è

il progetto mi hanno folgorato e mi

hanno fatto capire quanto il prodotto e

il progetto stessi possano giovare dall

approccio imprenditoriale e viceversa

ora mi rendo conto che parlare di start

up e di design possono essere passioni

non condivise da tutti qui ma è proprio

lì che vi sfido a cercare le vostre

passioni ad analizzarle a cercare le

vostre idee trattarle con cura

trasformarle in progetti quindi in

prototipi e quindi in oggetti trasforma

le vostre idee in realtà mettendoci le

mani veramente come fanno queste persone

quotidianamente sporcandosi le mani per

innovare nel mondo della cucina o come

qualcuno fa scalando montagne e facendo

imprese al limite delle loro capacità

fisiche e mentali o come fanno

moltissimi coraggiosi di noi che cercano

di creare un futuro nuovo per la propria

famiglia

quello che veramente conta

e trovare le proprie passioni dedicarci

a giusto tempo e intraprenderle non c’è

momento migliore del qui ed ora per

farlo le vostre passioni possono essere

la migliore scusa in assoluto per creare

dei nuovi progetti da passioni di

persone comuni sono nate le idee che

hanno cambiato il nostro mondo pertanto

come ci ricordano charles e ray eames

prendete seriamente le vostre passioni

grazie [Applauso]

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