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Architetture clandestine, viaggio nelle città-natura | Armando Sichenze & Laura Pavia | TEDxPotenza


siamo qui appunto per parlarvi di questo

libro appena pubblicato si chiama

architetture clandestine e racconta i

viaggi di 16 architetti della scuola

della città natura

io vi parlerò del mio viaggio personale

riguarda sette comuni della provincia di

matera

però prima di raccontarvi questo

viaggio vorrei partire dal mio ultimo

viaggio poco più di dieci giorni fa mi

trovavo in grecia per visitare atene e

alcune città dell’argo leather tra cui

corinto micene tirinto argo epidauro e

via dicendo

quando ho chiesto alla gente del posto

perché poi sono sempre convinta che

sappiano qualcosa in più di noi anche

se siamo studiosi altri alcune

informazioni mi dicevano che in alcune

di queste città stranamente non valesse

la pena andare perché non c’era niente

niente da vedere niente da fare niente

siccome però io poi non mi scoraggio

facilmente ovviamente in questa città

ci sono andata e questo è quello che ho

trovato tirinto città del terzo

millennio avanti cristo dove testori

parole secondo la popolazione locale

non c’è niente e poi ardo città del

secondo millennio avanti cristo dove

secondo la popolazione invece non c’è

proprio niente teatro l’acropoli

valutate voi questa cosa mi ha sorpreso

non poco e mi ha fatto fare un balzo

indietro esattamente un anno fa quando

sono cominciate le mie incursioni che io

sono pugliese in terra di basilicata

proprio per venire a conoscere queste

nuove città e questi nuovi luoghi sono

stati per me viaggi solitari su strade

deserte e assolate alla ricerca di quel

passaggio a sud ovest tra puglia e

basilicata dove lo sguardo passa dagli

spazi stretti angusti della murgia per

aprirsi poi

le ampie pianure agli ampi paesaggi

della basilicata che preludono poi ai

rilievi locali gli amici pugliesi che mi

chiedevano cosa mai andassi a

fotografare in questi piccoli paesi

perché non c’è niente avevano questa

perplessità probabilmente ce l’hanno

anche alcuni fra di voi ma nonostante

tutto questo sono andata a fotografare

le architetture clandestine per tornare

al titolo del libro di maschito

montemilone banzi genzano oppido lucano

venosa e palazzo san gervasio perché

perché siamo convinti tutti quanti che

in questi luoghi invece ci sia tanto

ancora da vedere

forse da riportare fuori l’esperienza

odierna che facciamo nella realtà è

un’esperienza sempre più occupata dal

guardare in realtà però si assiste

anche a un radicale impoverimento

dell’atto del vedere che vuol dire che

lo sguardo non sa più cogliere i nessi

significati ed emozioni e quindi è un

peccato perché lo sguardo è proprio

questo lo sguardo è relazione è ponte

verso l’altro di sé e l’altro da sé e

se non si riesce a recuperare il

significato originario la capacità che

ha poi di creare anche lo sguardo non si

riuscirà a passare da un cattivo vedere

non vedere di qualità architetture

clandestine vuole fare proprio questo

incarna lo sguardo di chi attraverso

l’apparenza dei tanti fenomeni delle

città natura vuole appunto andare alla

ricerca cerca e scopre la sua sostanza

nascosta le foto che vedrete qui e sono

anche poi pubblicate nel libro in

realtà appartengono anche al vostro

immaginario sono foto che ricordano i

luoghi in cui abbiamo vissuto

qual è il processo mentale secondo cui

poi si associano queste

immagini nella nostra mente sono

immagini che si associano ad altri

ricordi ad altre emozioni e ad altre

immagini perdono quasi la loro realtà

fisica e diventa una vanno a far parte

poi di quell’immaginario del nostro

mondo immaginario è il reale george

sprechi chiama questi spazi luoghi

eterei ed effimeri in cui come lui dice

così come la sabbia scorre fra le dita

così fronde lo spazio sono in

definitiva luoghi molto fragili

dimenticati dal tempo in cui l’oblio

pian piano si infiltra e cosa è

possibile fare allora provare a

ripartire dall immaginazione e dalla

scrittura può consentire di scavare di

sottrarre qualcosa a questo vuoto che

avanza appunto questo niente che diventa

ingombrante non solo nella nostra

realtà fisica ma anche nei nostri

luoghi mentali italo calvino invece

nella sua lezione sulla visibilità una

lezione americana parla definisce

l’immaginazione come l’alta fantasia

citata da dante nella divina commedia

come la parte più alta

dell’immaginazione

la parte visuale della fantasia è

importante perché perché ci consente

appunto di andare a ricollocare queste

immagini i luoghi diversi

queste immagini scorrono secondo la sua

idea di cinema mentale nella nostra

mente proiettano continuano a proiettare

immagini alla nostra vista interiore è

assieme alla narrazione hanno il potere

appunto di generare nuove idee e nuove

immagini

la narrazione sostiene l’immaginazione

proprio per questo perché ha un grande

potere evocativo e rappresentativo

riesce a trovare a collocarsi a metà

strada tra un idea che si forma è

la sua forma rispondente perché è

importante per me sottolineare questo

perché per esempio in architettura

antonio monestiroli spiega molto bene

questo processo per costruire un

edificio abbiamo bisogno di una

necessità questa necessità deriva dal

programma funzionale di un edificio è

che appartiene alla società che genera

questa necessità ed è la motivazione

che sta alla base di un’idea anche su

cui poi si creerà appunto il progetto

questa la capacità che abbiamo di

immaginare consente di creare una forma

che però non è derivata da altre forme

è una forma che deriva da una

riflessione su quello che è il progetto

o potrebbe essere la capacità

immaginativa che abbiamo in questa fase

conoscitiva in cui il pensiero crea

nesti e connessioni tra immagini viste

che si richiamano ad altri luoghi

è proprio questa attinge a queste

stanze mentali in cui si sedimentano si

sedimentano le nostre esperienze fatte

in altri luoghi e in altri tempi

perché è importante per noi attivare

il processo immaginativo e narrativo

perché la la fotografia è stato uno

strumento importante per noi per il

testo proprio per questo perché è

possibile attraverso questi due registri

portare il cambiamento perché

trovare una forma che risponde e un’idea

che nasce è un modo di creare la

realtà vogliamo cambiare la nostra

visione sulle cose

per farlo è importante e importante

riuscire ad attraversare le strettoie

anguste anche delle nostre strettoie

mentali che ci portano ci possono

portare in quei territori che sono

davanti a noi e nei quali è possibile

trovare nuova vita e anche quelle forme

che rispondono a nuove idee le forme

rispondenti appunto nuove idee ea nuovi

vabbè avete capito che il più calcetto

di tutto il gruppo sono io

quando si va in pensione se c’è uno va

in quiescenza significa che c’è una

vita come dire un po clandestina che di

tanto in tanto diciamo silana una scossa

chi decide fuori quando io farò delle

persone ho deciso di darmi delle

emissioni e tra queste missioni cioè

quella di sostenere tutti i giovani

diciamo così di valore soprattutto nati

nel sud soprattutto in basilicata che ho

incontrato e che continua a incontrare a

proposito di tex nei continenti

occupandomi di città natura e

architettura di progetto e soprattutto

delle zone clandestine del sud italia

quando dico questo mi si guarda sempre

un po così però in realtà mi rendo

sempre più conto che c’è una moto

nostro del di vivere al sud che se ci ha

consentito nelle larghe da questo punto

del tutto diciamo così noto non c’è

una storia scritta su questo mentre

dell’architettura in qualche modo è

anche solo a tutti i fotografi possono

incominciare a rivelare e ad

appassionare su questo mondo che è

a proposito di questo prima laura vi ha

parlato del di un ponte quindi un

passaggio in qualche modo tra una

realtà è quello che il mondo segreto

affascinante misterioso bellissimo del

sud che dovrebbe mettere al primo posto

la natura cioè senza natura nostra

natura nostra bene al sud che facciamo

se non possiamo godere di tutto quello

che il nostro rapporto con la natura che

fa che faremo mai

detto questo che è semplicemente una

provocazione iniziale il libro di cui

prima si parlava

laura è nato proprio va la voglia di

incominciare a esplorare questo mondo

incominciando da queste 131 città della

basilicata che scommetto nessuno di voi

le ha viste tutti e 131

beh io le vivo tutto è stato

sicuramente anni fa quando più o meno

dieci anni fa abitavano più o meno qua

sotto che al 33 st una di queste stanze

in cui ci ho passato dieci anni da

residente ma ci credo 67 da pendolare

con roma e la roma sono scappata come

già investito perché non ne potevo

più non ne potevo più già nella

verso la fine degli anni 80 perché mi

incominciava tenere conto degli

architetti erano profondamente si

stavano ammalando sempre di più di un

narcisismo perfido di una città

esasperato cioè noiosissimo fa bene se

diciamo così sostiene l’autostima poi

si deve limitare se un incomincia a fare

dei grattacieli che sembrano diciamo dei

falli e poi li mette a barcellona a

londra

adesso il corpo sano ma la cosa che non

va che io ho capito è che è a

chiederti non si occupavano più di far

capire a che cosa serve all’architettura

quando deve essere abitata cioè prima

ho sentito parlare dello spazio di

solito quando uno parla dello spazio

dello staff si perde ci si perde ben e

architettura al compito apposto cioè

nella nello spazio si entra si entra

dentro lo spazio che vuol dire questo

che non ci si può perdere che quando si

entra nello spazio dell’architettura

deve riuscire a avvicinare a portare

più vicino in quel punto cose lontane

dimensioni lontane cose che in qualche

modo poi nell’architettura si toccano e

avvicinare anche il più possibile a

queste dimensioni lontane le persone

quindi nello spazio dell’architettura si

entra detto questo avviene qualcosa

viene un cambiamento di questo spazio in

cui si entra e lei il compito degli

architetti riusciti a fare questo per

poter fare questo bisogna esercitare

molto l’occhio è bisogno di cominciare

a pensare che non solo si entra nello

spazio ma poi si entra pure nella

materia ma non solo senza una materia ma

da una serie esce qualcosa

vedete che siamo quasi all’opposto di

molti dei bellissimi discorsi

interessanti per sentivo

ho sentito all’inizio soprattutto lo fa

è la killer che è costretto a fare

un’operazione abitativa cioè mentre un

pochettino diciamo una scienza poi il

fondo sarà gara invece a chiederci e

poi la fa lo spazio e concreto si

installa una deve stare bene è tutta

una serie di altre cose e io qui in

questa città ha progettato una casa

diciamo che avevano questo scopo quello

di avvicinare dimensioni lontane ma cosa

solo quest’inizio e lontane che oggi tra

l’altro sono tra le cose clandestina e

di cui parlava della natura con la n

maiuscola è una cosa i mezzi oppure

l’umanità

no oppure la vita quella con la v cioè

non la vitamina soltanto la sua e quella

ma anche non solo quella mia del gatto

del cane a cui voglio tanto bene ma

anche quella tutte le vite rendite

vegetali tutte le vite parallele tutto

quello che combinano tutte queste vita

l’accoglienza deve riuscire a fare

questo taglio corto perché sennò qui

di video tutto il tempo e ciò

pochissimo

vi devo parlare del ponte di sotto però

visto da sotto a me piace molto a quando

tornarono mandare sotto i ponti line su

molti barboni migranti un sacco di cose

interessanti perché è così importante

questo ponte non solo perché collega

sopra dicevamo collega due punti notare

ma perché sotto questo spazio io lo

farei trovato mille volte e che in

questo spazio si entra sapete che tra

l’altro la clandestinità che entra qui

che voi trovate qui e ha diretto nel

tempo questa è un’ispirazione

preistorica lo vedete come un dinosauro

non voglio dire noi mi salterebbe

addosso se dicessi questo l’autore

però però già questa rapporto di

forma in cui ogni volta che ti sposi

c’è chi li poteva farci fa vedere fin

quadro una cosa lontana ma che inquadra

anche particolari a terra

questa è la bella

e che in questo spazio si può

incominciare ad entrare ed è uno spazio

di cambiamenti continui

se uno lo percorre e pensa a questo

diciamo pensa anche a dei programmi

bellissimi culturali che si potrebbero

fare a proposito del ponte uno smash

io in sostanza gli volevo dire

fondamentalmente questo della rete poi

però c’è ma c’è potenza e potenza io

ce l’ho nel cuore

nel senso che me ne sono andato un po da

in grado anche perché fu mandato da

ingegneri così architettura ma fondata

facoltà di architettura a matera e io

però qui sono lasciato tante esperienze

tutta la potenza che ho visto nel 1989

la prima volta oggi purtroppo soffro

perché perché qualche modo quando alla

fine ho rivisto tutte le foto ultime che

ho fatto mi sono reso conto che qui lo

spazio vuoto in qualche modo nasconde

una forma di clandestinità

ma che cosa è il clandestino dove noi

siamo i clandestini un pò che

finalmente capito siamo le fotografie di

questo libro sono delle foto clandestine

in qualche modo alla vita si nasconde

oggi noi in continuazione molti io

sostengo non hanno una sola rete ne

hanno uno due tre quattro in alcune vite

ci ammaliamo in quella del lavoro

normale

va male e poi mi rock abbiamo la seconda

vita che ci rigenera e poi abbiamo tanti

altri vita e questo è il compito che

secondo me uno dovrebbe avere quando

vuole cominciare a entrare in uno spazio

incominciare a percepire sensibilmente

tutto quello che invece c’è ma non

diciamo appare con la sua

contemporaneità

questo è il punto questa città in

questo momento diciamo

al tema del vuoto guardate vero che

questo tema purtroppo noi ci torneremo

perché oggi non lo tempo ma a potenza

vorrei ripresenteremo sicuramente questo

nostro libro che io ho fatto con i 14

giovani che ho coinvolto nella

nell’operazione e torneremo a dialogare

perché è molto importante fare delle

iniziative in cui si riesce a dialogare

quando torneremo parleremo anche di

tutte le forme diciamo di vitalità del

vuoto che ci sono indubbiamente delle

foto che dimostrano che c’è una certa

sofferenza ma ci sono anche delle foto

bellissime ricordano l’espressionismo

l’impressionismo cioè tutto quella

quella vitalità che sta anche nella

ovviamente ci sono anche delle nel vuoto

si esprimono attraverso la materia anche

delle proteste cioè ci sono degli urli

una matera la materia il pieno di piero

urla nel vuoto nel vuoto non c’è

soltanto quello che piace vedere a me in

quanto architetto perché ci voglio

vedere la luce i colori tutto quello che

ci metto quando faccio un progetto

purtroppo c’è anche questo e noi ne

parleremo con calma perché oggi

purtroppo c’è un vuoto attraverso cui

noi dobbiamo passare che è il vuoto

diciamo che potrei concludere qui

cercando sperando di potervi rincontrare

quando vediamo un po meglio possiamo

vedere un po meglio le fotografie di

questo primo sforzo diciamo così di

organizzarsi per ricominciare a far

comunicare molti punti isolati di questa

bellissima terra che la basilicata e che

poi la sicilia da cui sono appena

tornato la puglia

il suo meraviglioso che dovremo cercare

di valorizzare grazie [Applauso]

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