Press "Enter" to skip to content

Fuga da Matrix. Uscire dall’inautentico‎ e dare senso al tempo | Simone Perotti | TEDxCesena


allora iniziamo con un piccolo aneddoto

un personale che io ho riportato non vi

riporto più in quale dei libri ma che

è molto importante nella storia di cui

stiamo parlando

io avevo 29 anni lavoravo in azienda

facevo un tratto come spiegato

addirittura come freelance che era il

nome carino che negli anni ottanta si

dava i precari perché negli anni 80 ci

davamo tutti abbastanza un tono e e poi

ero diventato impiegato poi dopo

impiegato più specializzato un po il

quadro è addirittura a 29 anni sono

diventato dirigente mi ero prefissato di

arrivarci a 30 quindi ricordo il giorno

in cui tornando dalla stanza

dell’amministratore delegato con in mano

questa lettera ho percorso il corridoio

sono entrato nella mia stanza e mi sono

seduto e ho riletto questa lettera di

cui conosceva naturalmente il contenuto

che mi nominava dirigente

io ricordo preciso della sensazione che

provare che non era affatto una

sensazione univoca è una sensazione

meticcia da un lato era ovviamente

soddisfatto è il mio padre aveva fatto

un percorso aziendale analogo quindi

qualche modo mi rispecchiavo nella sua

carriera e nero molto soddisfatto di

essere riuscito nell’intento che mi ero

prefissato ma naturalmente non trovarmi

in una condizione di perfetta sintonia

di perfetto benessere mi ha subito

insospettito avrei dovuto come tutti

quelli che sono dire pienamente nel

luogo dove devono essere e fanno quello

che si sente di dover fare avrei dovuto

compiacermi con me stesso provare un

grande piacere e l’istante dopo fissare

nuovamente un uomo obiettivo così fanno

gli ambiziosi io ero un ambizioso ero

uno che voleva crescere voleva imparare

invece io ho provato una sensazione

molto forte molto chiara che li berlino

sono riusciti a decodificare ma che poi

col tempo ho capito essere

la certezza che non avrei fatto quello

tutta la vita cioè nel momento in cui

dovevo accettare nuovamente l’asticella

ho pensato che quello sport non era una

cosa che avrei fatto per tutto il tempo

questa sensazione si è diciamo così

allignato si è radicata nella mia mente

nel mio cuore io ho continuato per il

mio lavoro con molto impegno con molta

partecipazione le cose sono andate bene

sono stato fortunato ho fatto buone cose

era un periodo in cui io lavoravo nel

mondo della comunicazione e le cose

andavano bene sono stato bravo mi sono

impegnato lo sono stato anche molto

fortunato ho avuto buoni maestri però

le cose in un certo senso sono rimaste

lì appeso e quella sensazione è

rimasta dentro di me

e c’è un altro aneddoto che in qualche

modo chiude il cerchio tra due

sensazioni che si sono richiamate tra

loro hanno determinato un azione è

stato molti anni dopo ero sul raccordo

anulare di roma viveva la roma all’epoca

erano le sette e mezza di mattina

eravamo già chiusi tutti dentro la loro

macchinetta ognuno quei telefonini

accesi faceva molto caldo era il 4

e quel giorno mi sono detto così non va

non posso vivere tutta la vita così non

posso uscire quando tutti escono non

posso tornare quando tutti tornano non

posso fare le cose che fanno tutti non

voglio vivere secondo schemi che sono

stati fissati da qualcun altro un che

sono diciamo il risultato di una norma

che si è affermata come la prioritaria

la vincente quella omologazione

quell’essere tutti nella stessa

circostanza mi è sembrata

insopportabile e allora sono uscito

dall’autostrada appena ho potuto dal

raccordo anulare che è una specie di

autostrada e mi ricordo ho cercato per

le vie di un posto che non conoscevo

perché era una zona di roma

dove non riuscivo mai ho cercato un bar

che avesse una pergola possibilmente

potendo stare fuori all’ombra preso un

caffè e mi sono seduto al tavolino con

l’idea di studiare una soluzione che non

avevo però io sapevo fare e ci voleva

tutta che lo sapessi fare solo quello

che facevo non avevo un piano b non

avevo una soluzione non avevo pensato ad

altro e ricordo che quel giorno mi sono

preso un pezzo di carta una penna mi

sono messo a ragionare o mi sono messo a

fare la sua analisi tutti i manager

presenti sanno cos’è quella roba per

cui tu fai una serie di colonne menti

quello che hai quello che non hai quello

che ti serve quello che dovresti avere

per fare quello che vorresti farlo e la

colonna delle cose che mi servivano era

molto ricca quelle che avevo erano poche

erano buone per fare quello che avevo

sempre fatto ma non oltre

e da quel momento ho iniziato a lavorare

ho iniziato a lavorare o un progetto che

era un progetto di liberazione

diciamo così di audit di autenticità

di autenticazione

io ero nato per scrivere e navigare

ognuno di noi è nato per fare una cosa

e tante persone mi scrivono tu sei

fortunato perché tu sai navigare sai

sai scrivere come se io fossi nato col

timone in mano con la penna in mano ma

insomma ovviamente come potete

immaginare non è così io non so fare

niente

questo ovviamente non è vero jack

london diceva una cosa molto bella

scriveva che se che ognuno di noi come

una pallina messa su un piano sfalsato

se noi vi lasciamo quella pallina compie

una traiettoria che se non le rompi

l’anima lungo la via è una certa

traiettorie lui chiamava questa la linea

di minore resistenza cioè quello che

noi faremmo bene

sentendoci bene mentre lo facciamo

se potessimo farlo la mia linea di

minore resistenza in questo sono stato

fortunato mi era abbastanza chiara cioè

io fin da quando ero un bambino

sapevo che sentivo perché poi sapere

una questione che viene con la

consapevolezza ma sentivo che dovevo

scrivere navigare quella era la mia

linea di minore resistenza in quel

momento si compie nella mia vita ho

fatto molto importante dal sapere che

cosa fosse il libero da che è una cosa

molto diffuso ognuno di noi sa cosa vuol

dire libero da libero dal capufficio

libero dai ritmi il libro dagli le

incombenze dalle responsabilità dal

peso sul cuore dai dei mutui dalle

relazioni coatte non scelte da tema da

un direttore del personale che per

definizione un pazzo come sappiamo se ti

ha messo accanto di scrivania uno come

il tuo collega da quella consapevolezza

molto diffusa io acquisivo in quel

momento un’altra consapevolezza che è

quella di che cosa dovevo diventare

libero di che fa parte dell’altra metà

però della faccenda

la gran parte della gente quando parla

di libertà ha chiaro cosa vuol dire

libero da ma non che cosa lui vorrebbe

dovrebbe sente che vorrebbe essere

libero di ho lasciato il lavoro da

allora ho cambiato la mia vita l’ho

cambiata facendo un progetto però

intorno a questo essendo uno scrittore

essendo sempre stato ed essendo poi

divenuto in maniera più professionale

più metodologica un progetto che ha a

che fare con un altro modo per vivere

perché ho scoperto dopo tante paure dal

primo esempio che abbiamo fatto dei 29

anni a quando ho cambiato la mia vita ne

sono passati 12 perché ho dovuto

vincere tutte le paure del caso è

dovuto pormi tutte le domande e trovare

una risposta originale all’epoca di

queste cose non si parlava era

2008 quando ho cambiato la mia vita il

gennaio del 2008 per curiosa coincidenza

per settembre la crisi di lehman

brothers mi provò a dispetto di ogni

da quel momento in avanti il progetto si

è arricchito ed è diventato una cosa

che io potevo avere il coraggio

finalmente di tentare di vivere ero

terrorizzato naturalmente di non avere

lo stipendio sono anche il figlio di una

stirpe di genovesi quindi la faccenda è

anche piuttosto seria e ma soprattutto

ero terrorizzato di interrompere una

carriera era arrivato in una buona

posizione per me per i miei mezzi e

sapevo che dai 40 anni in poi avrei

potuto raccogliere tutto quello che

avevo seminato il mestiere che si chiama

relazioni pubbliche ci vuole parecchio

per costruirle queste relazioni però

dopo producono i loro frutti facevo

comunicazione relazioni pubbliche

eccetera

tutto quello che sarebbe venuto dopo io

non lo avrei vissuto quindi lo stavo

perdendo la paura di perdere quello che

si ha

mi sono reso conto con il tempo era il

freno maggiore perché non c’era

coscienza di tutto quello che non avrei

avuto se non avessi tentato questa è

una cosa molto importante

gli anni che sono seguiti sono stati

più felici della mia vita naturalmente

come facile immaginare perché sono

vissuto facendo esattamente ciò per cui

sono nato sono vissuto tentando di

essere ciò che io sapevo di poter

essere e ciò che sapevo di dover

naturalmente per fare questo il progetto

sia dovuto particolare bene in una serie

di cose molto concrete

dal gennaio del 2008 a oggi ho speso

74mila euro overall quello vissuto con

8.500 euro all’anno circa

ma si può fare molto di più la media

risente dei primi anni in cui ero

poco abituato una casa dove vivo una

casa di pietra un fienile della fine del

seicento che sono anche figo se lo dice

una ragazza che però ristrutturato

tutto da me questa parte meno figa in

cui è meglio non coinvolge della

ragazza che aveva mai fatto un tetto di

una casa di legno di pietra e poi il

tetto di legno nessuno naturalmente bene

anche io

il che si è tragicamente visto il primo

inverno quando avevo 36 vie d’acqua nel

tetto

ho dormito con la cerata integrale meno

male che hanno attrezzato con la goccia

sulla spalla che veniva giù

avevo dimenticato di mettere la carta

catramata pensando che la pendenza

bastasse è sola di errori ne ho fatti

tanti

ho assolutamente compreso però che una

persona che fa la vita che fa ognuno di

noi ogni giorno così complicata a tutte

le risorse per mettersi di fronte ai

problemi e tentare di risolverli in

maniera molto creativa volta in maniera

anche un po fallimentare ma comunque

molto soddisfacente ho scoperto che si

può avuto produrre la gran parte delle

cose che ci servono

io mi faccio ammazzare piuttosto che

comprare qualcosa questo il fatto di

essere di origine genovese aiuta ma ma

ma non basta bisogna anche un po

inventarsi le cose qua giusto ogni cosa

che che mi serve di di utilizzare o di

riutilizzare considero una specie di

morte interiore quando un

elettrodomestico non lo posso aggiustare

lo devo cambiare però in tutto questo

c’è una grande possibilità è

assolutamente possibile vivere

diversamente assolutamente possibile

anzi necessario uscire dalla

collocazione del pensiero uscire dall

omologazione degli stili di vita perché

il primo abbiamo sentito prima una cosa

molto interessante di un attivista per i

diritti umani

quella è una questione davvero

importante no aiutare le persone ad

essere più sane a vivere di più

eccetera ma c’è qualcosa che io credo

profondamente

che viene prima di quello quello lo

fanno gli eroi quello lo fanno le

persone speciali molti di noi potrebbero

farlo certamente ma sono sicuro che sia

una cosa veramente oltre l’asticella per

tanti di noi ma c’è una cosa che invece

tutti noi possiamo fare ed è quello di

contribuire alla società cercando di

vivere in maniera autentica cercando di

essere davvero quello che si è nati per

essere smettendo di fingere nel fare

mestieri che non ci appartengono che

spesso e volentieri sono dannosi per la

società

smettendo di avere 29 gradi in casa casa

mia si riscalda soltanto con la legna

che io spacco brucio se lasci le

sigarette sul divano a fine ottobre

ricomincia a fumare a marzo perché

chiaramente non ti per allontanare dal

camino però insomma come dire questo

punto alto contribuisce all’abbattimento

dei costi

però insomma adesso parte le battute

che si possono fare davvero tantissime

cose

tantissime cose molto molto molto

semplici molto alla nostra portata che

rendono la nostra vita terribilmente

avventurosa senza che poi andiamo a

vedere into the wild c mozioni amo per

quello che vediamo lo possiamo vivere

noi anche senza quegli eccessi e

soprattutto iniziato a fare davvero

quello che sentivo di voler fare di

poter fare che a scrivere navigare posso

essere d’aiuto la società con quello

che scrivo e la mia ricerca

dell’autenticità determinare qualcosa

di valore perché ho intorno per chi

può leggere qualcosa di interessante

per chi può

trovare una soluzione attraverso un

esempio una testimonianza questo è

senz’altro una cosa che va fatta

certamente quando quello che facciamo se

lo scriviamo su un foglio è troppo

diverso i segni sono troppo diversi dai

segni che abbiamo addosso forse quello

che stiamo scrivendo non è letteratura

ma è solo finzione e questa è una cosa

che dovremmo ricordarci ci vuole una

certa consistenza e una certa identità

tra quello che facciamo e quello che

diciamo che spesso non c’è [Applauso]

Please follow and like us:

Be First to Comment

Lascia un commento